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Creare un ecosistema sano, è possibile.

Qualche tempo fa, durante una riunione dell’xpug romagnolo (che ora ha anche una pagina su G+), emerse il discorso sul rimanere a combattere piuttosto che emigrare. La serata, piuttosto che vergere sul classico auto compatimento è stata interessante ed ha portato a diversi punti chiave su cui lavorare. Il più importante è che se vogliamo lavorare bene dobbiamo migliorare l’ecosistema (informatico) all’interno del quale ci muoviamo.

Il (mio) ecosistema è quello dello sviluppo per il web, e nel mio piccolo sto contribuendo a migliorarlo (o almeno spero).

A conferma di quanto affermato vi spiego come è stato ripensato il modus operandi del GrUSP negli ultimi anni.

Come in tutte le spiegazioni che si rispettano però devo fare un piccolo flashback.

Dopo i primi linuxDay/securityDay organizzati in facoltà con l’associazione studentesca, ho capito fin da subito che il modo per far migliorare l’ecosistema all’interno del quale vivo è quello di rendere tutti partecipi del fatto che quello che viene letto ogni tanto su internet (o nei libri) non è solo teoria speculativa ma che ci sono individui, ed aziende, che lo mettono in pratica. Partendo da questo presupposto ho iniziato una mia personale campagna contro le conferenze che non portano valore aggiunto se non per gli sponsor che si auto incensano.

Il mio modo di organizzare conferenze, e nello specifico quelle del GrUSP (phpDay e jsDay), è radicalmente cambiato negli ultimi anni. Lentamente ma radicalmente. Non pensate che sia tutto nel fatto che nell’ultima edizione gratuita del phpDay (2006) il 90% dei talk fosse in italiano mentre oggi è, non solo a pagamento, ma totalmente in inglese. Le scelte che ci hanno portato a questi cambiamenti sono state innanzitutto mirate a creare un nocciolo di sviluppatori di alto livello che potessero portare avanti determinate idee nelle aziende all’interno delle quali operano.

Ma proseguiamo per semplici passi.

Organizzare conferenze gratuite è, per chi le deve mettere in piedi, un dramma. Vuoi per il dropoff rate dei partecipanti, mediamente del 40% (posso anche bullarmi di aver “venduto” 2000 biglietti, ma se poi fisicamente si presentano 300 persone come posso ammortizzare i costi extra sostenuti?), vuoi per il limitato budget che costringe a fare tagli sulla qualità per dare più spazio alla quantità o peggio a far compromessi sulla gestione dell’evento.

I nostri personali problemi erano che le università (e comunque le location gratuite) ci imponevano di sottostare a regolamenti ed orari che poco ci confacevano, che volevamo poter avere in casa le php-rockstar che le altre conferenze potevano permettersi e che (soprattutto) volevamo ridurre, se non eliminare del tutto, il troppo alto dropoff rate.

Nonostante la scelta impopolare abbiamo quindi deciso di far diventare il phpDay a pagamento.

Oltre a dare al GrUSP un budget più concreto con il quale organizzare varie iniziative, rendere la conferenza a pagamento ha avuto il piacevole effetto collaterale di separare i professionisti dagli hobbisti e di permetterci di aiutare i primi con contenuti di maggior spessore rispetto ai classici talk “php e sicurezza” o “installare xyz“.

  • phpDay a pagamento: separare professionisti da hobbisti
  • phpDay a pagamento: miglior qualità degli interventi
  • phpDay a pagamento: budget per altre attività GrUSP

Il secondo step per creare l’ecosistema-php ancora migliore è stato quello di introdurre come lingua franca l’inglese. Negli anni abbiamo sempre più ridotto l’utilizzo dell’italiano portandolo da un rapporto 80% (italiano) / 20% (inglese) ad un 0% / 100% di quest’anno. Questo è stato fatto senza però togliere spazio ai relatori italiani che quest’anno erano (nonostante la lingua) nella stessa proporzione degli anni passati. Abbiamo volutamente eliminato i servizi di traduzione: chi sviluppa su web deve conoscere l’inglese (i migliori libri non sono tradotti, ed allo stesso modo i tutorial o manuali più aggiornati). Inoltre, limitando il numero di posti nella conferenza ad un rapporto 10-15 attendee per relatore si instaura un rapporto più complice con questi ultimi che sono a loro agio nello scambiare idee sia per la lingua franca che per l’ambiente più raccolto.

Non sto qui a dilungarmi sui contenuti del phpDay. Poche conferenze in Europa hanno talk come i nostri e 300 call for paper provenienti da tutto il mondo per 24 posti, e due anni di fila con il Sold-out dei biglietti mostrano solo parte dell’interesse che stiamo riscuotendo nell’ambiente.

  • phpDay in inglese: attrarre professionisti da tutto il mondo
  • phpDay in inglese: far conoscere sviluppatori italiani nel mondo
  • phpDay in inglese: creare sinergie tra relatori stranieri ed attendee

Una volta assicurati che i professionisti abbiano un loro playground, abbiamo iniziato a muoverci per migliorare l’humus da cui farne crescere di nuovi. Abbiamo quindi iniziato a tradurre libri in modo da avvicinare le nuove leve ad argomenti un po’ più complessi del solito installare xyz ed abbiamo iniziato a scrivere libri (in italiano) che spieghino non solo le basi ma che invoglino ad approfondire argomenti.

I passo che ha portato alla creazione di PUG locali è stato decisamente breve. Ci servivano dei gruppi locali che potessero far incontrare i membri storici del GrUSP ed attirarne di nuovi, che potessero quindi creare quello spirito di gruppo che, con un’associazione delocalizzata, era praticamente impossibile da mantenere. In meno di un anno dal lancio ufficiale i PUG erano 5 ed ora se ne contano una dozzina tutti più o meno attivi. Il principio che sta dietro ai PUG è molto semplice, sono “cellule indipendenti” fondate e gestite da almeno due membri del GrUSP, sono totalmente indipendenti nelle attività del day-by-day ma devono riportare all’associazione se ne vogliono utilizzare nomi e marchi o avere budget per organizzare un evento.

Una volta avuto il supporto di gruppi locali lo step successivo per migliorare l’ecosistema è diventato quindi quello di creare conferenze dedicate anche a chi non è professionista, sempre però tenendo in mente i capisaldi del “mai più gratis” e “solo talk di qualità“. Avendo a disposizione un budget residuo dal phpDay e qualcuno che ci potesse aiutare sul territorio ecco quindi nascere gli eventi *Day che portano, a prezzi ridicoli, conferenze in italiano verticalizzate su argomenti ben precisi (symfonyDay, ZendFrameworkDay, WordPressDay, MagentoDay, etc… sono solo alcuni).

Se i PUG sono una palestra, queste conferenze sono le competizioni per far si che le nuove leve possano essere, in futuro, scelte per il phpDay e lanciate a livello internazionale.

Ricapitoliamo fin qui il piano operativo per “Migliorare l’ecosistema dello sviluppo php“:

  • phpDay a pagamento: separare professionisti da hobbisti
  • phpDay a pagamento: miglior qualità degli interventi
  • phpDay a pagamento: budget per altre attività GrUSP
  • phpDay in inglese: attrarre professionisti da tutto il mondo
  • phpDay in inglese: far conoscere sviluppatori italiani nel mondo
  • phpDay in inglese: creare sinergie tra relatori stranieri ed attendee
  • Creazione di PUG locali
  • Creazione di PUG locali: finanziare eventi locali
  • Eventi locali: formazione di nuove leve
  • Eventi locali: formazione di nuovi relatori per phpDay

iniziate a vedere come il meccanismo si auto-alimenti? Adesso rincariamo la dose…

Tre anni fa parlando con alcuni sviluppatori emerse il fatto che i “frontendisti” ed i “designer” rappresentavano un problema in quanto lavoravano male ed in modo antiquato [sic.]. Abbiamo quindi rivisto i piani e deciso che un migliore ecosistma è dato non solo dal migliorare chi ci vive dentro, ma anche dal miglioramento di quello che lo circonda.

Nasce quindi come esperimento (dentro una traccia del phpDay) il jsDay e da un mio progetto personale Kerning (conferenza portata avanti con un altro gruppo di volenterosi). Se la prima conferenza oggi vede gli stessi numeri del phpDay (e addirittura forse qualcuno in più), la seconda è stata un esperimento in piena regola che ha, fin dalla sua prima edizione, ottenuto ottimi risultati dalla critica e da parte dei partecipanti (~150). [ Peccato però che, ad oggi, l’ambito dei web designer sia ancora molto immaturo e che siano ben pochi quelli che si interessano di una propria crescita personale… vedremo con le prossime edizioni. ]

Così come Kerning è un mio esperimento altri membri del direttivo del GrUSP hanno collaborato e portato avanti altre conferenze al fine di infettarle con il nostro modus-operanti.

Aggiungiamo quindi nuovi tasselli alla lista della spesa:

  • phpDay a pagamento: separare professionisti da hobbisti
  • phpDay a pagamento: miglior qualità degli interventi
  • phpDay a pagamento: budget per altre attività GrUSP
  • phpDay in inglese: attrarre professionisti da tutto il mondo
  • phpDay in inglese: far conoscere sviluppatori italiani nel mondo
  • phpDay in inglese: creare sinergie tra relatori stranieri ed attendee
  • Creazione di PUG locali
  • Creazione di PUG locali: finanziare eventi locali
  • Eventi locali: formazione di nuove leve
  • Eventi locali: formazione di nuovi relatori per phpDay
  • GrUSP: co-organizzazione di altri eventi

Infine consideriamo il fatto che ormai sono 10 anni che le attività del GrUSP vanno avanti e che molti liberi professionisti sono diventati imprenditori (o startupper che fa più figo) o hanno assunto un ruolo di responsabilità all’interno di aziende del settore. E che altri ancora hanno fatto conoscere i nostri eventi ad aziende che ora stanno puntando sulla formazione di nuovi dipendenti.

  • Soci: creazione/gestione/coinvolgimento di aziende più sane

L’esperimento GrUSP sta funzionando? Beh chiederei i diretti interessati di lasciare qualche feedback a riguardo. Alcuni sono emigrati, altri hanno assunto ruoli importanti in aziende nazionali o internazionali, altri sono diventati imprenditori e stanno migliorando il proprio ecosistema…

Voi cosa state facendo per migliorare il vostro ecosistema?

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