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Social Software

Mentre preparavo le slide per il mini talk di 10 minuti al MiniCamp di domani mi sono riletto questo thread su FriendFeed fatto partire da Nicola. E mi sono accorto che tutti parlano di social software inteso come pura interazione di persone, mentre il sottoscritto ne ha una visione leggermente diversa (distorta?).

Nella categoria social software rientrano quei prodotti che permettono la socialità verso un gruppo ben definito di partecipanti. Che siano umani o meno.

Mi spiego meglio.

FriendFeed è sociale perchè permette a più persone di seguire ed interagire all’interno di discussioni (fatte partire da persone) facendole evolvere, e fin qui siamo tutti d’accordo.

Per me, una griglia di webservices è ugualmente sociale perchè abilita altri servizi/software ad interagire tra di loro facendo evolvere il dato iniziale e dando nuove informazioni a corredo.

Ecco quello che IMHO Luca intendeva dire al ParmaWorkCamp, ad una platea ormai miope a tutto quello che è al di fuori di blog, Facebook, Twitter, FriendFeed, è che le stesse tecnologie in voga adesso su internet possono essere utilizzate, ma in altri contesti, anche all’interno di medio-piccole imprese che, magari non hanno bisogno dell’ennesimo gruppo di Facebook o del blog aziendale ma, necessitano di ridurre le spese e di snellire i processi aziendali.

Ad esempio offrendo ai propri distributori i feed delle previsioni di produzione mensile, i quali a loro volta potrebbero usarli per ottimizzare i trasporti ed integrarli con la tracciabilità della merce. O ancora creando un mashup che permetta di confrontare ed elaborare dati altrimenti sparsi su una dozzina di prodotti proprietari installati in casa, ma che sfruttano basi di dati accessibili. Il tutto a prezzi molto più contenuti di una installazione di SAP o di una personalizzazione dell’ERP in AS/400.

Poi il fatto che molte piccole-medie aziende italiane non abbiano una visione abbastanza ampia da capirne i benefici è indiscutibile. Ma d’altronde sono le stesse aziende che non investono in R&S, che considerano i dipendenti come risorsa sacrificabile (a prescindere dal fatto che siano questi ultimi ad avere il know-how) ed alle quali non interessa la crescita ma solo la mera sopravvivenza.

ciuaz

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