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OKR ed Elon Musk

Durante uno degli ultimi master che in cui ho fatto docenza ho portato, per spiegare gli OKR (Objective Key Result) l’esempio di Elon Musk e della costellazione di aziende che ha creato negli ultimi anni.

Prima però di parlare di come questi due temi vadano a braccetto introduciamo brevemente gli OKR e la loro importanza all’interno di un processo di innovazione.

OKR in poche parole

La metodologia è nata in Intel da Andy Grove come Management by Objective (MBO) e serviva per indicare in modo chiaro gli obiettivi aziendali. Successivamente appresa, (ri)elaborata e portata in Google da John Doerr nell’attuale forma, include iterazioni più brevi (definite in quarter) ed un forte suggerimento di essere indipendente da compensazioni (premi) economiche. Oggi molte startup ed aziende, tra cui anche Linkedin, Amazon e la Gates Foundation usano questa metodologia con successo per raggiungere e validare i propri obiettivi.

Measure What Matter – La bibbia degli OKR

Ma come funziona? Scopo principale degli OKR è quello di definire degli obiettivi sfidanti1 per l’azienda, suddividendoli in obiettivi chiave (le famose Key Results) per specifiche aree da portare avanti e da completare in un timeframe ben preciso per validarne la fattibilità.

Così come Eric Ries, in Lean Startup, ci ricorda di provare ad invalidare costantemente la propria idea, perché solo le idee buone sono quelle che sopravvivono, allo stesso tempo avere degli obiettivi a lungo termine e definire delle attività chiave di medio-breve termine serve a capire se quanto ci siamo proposti di fare sia plausibile e come.

Gli OKR sono quindi un albero di azioni dove l’obiettivo principale è suddiviso in diverse attività chiave, ognuna con una propria metrica di successo, e queste ultime sono assimilabili ad obiettivi per l’area aziendale di competenza potendo, di fatto, essere ulteriormente suddivisi in attività chiave con le rispettive metriche.

Anche il tema metriche è importante, infatti se i KPI tradizionali ( EBITDA, CPC, ROI, etc) rappresentano numeri assoluti e di facile discernimento i KR, che devono comunque e sempre essere misurabili, rappresentano metriche correlate alle attività svolte per portare avanti il business e, non sempre, ai dati stessi del business2 inoltre sono trasversali all’azienda potendo impattare su più aree contemporaneamente.

E’ comunque essenziale che le attività selezionate ed i passi successivi, di iterazione in iterazione, dipendano dai risultati e non dall’umore giornaliero del manager.

L’obiettivo di Elon Musk

Se quanto scritto finora risulta ancora troppo vago proviamo a riprendere il tema iniziale del post, perché Elon Musk ha creato una miriade di aziende che sembrano non correlate tra di loro?

Innanzitutto andiamo a definire qual’è l’obiettivo principale di Elon: evitare l’estinzione dell’umanità colonizzando lo spazio.

Sulla base di questo obiettivo Musk ha creato una serie di sfide principali, prendiamone due ad esempio:

  • Ridurre il costo dei viaggi spaziali a quelli di un viaggio aereo
  • Colonizzare Marte per il 2024

Come si può vedere le metriche dietro a questi due risultati sono evidenti e ben spiegabili a tutti. Nel primo caso si parla di confrontare i costi di esercizio di un viaggio spaziale con quelli di un viaggio aereo, nel secondo c’è una data entro cui raggiungere il risultato. Nulla di più semplice, per modo di dire…SpaceX nasce proprio con lo scopo di rivoluzionare i viaggi spaziali trasformandoli in un business per il mass market.

Per far questo Musk ha fatto in modo che l’azienda lavorasse ad una serie di sotto attività con le rispettive metriche:

  • utilizzare un razzo vettore più di una volta
  • ridurre il peso delle navicelle
  • creare una navicella capace di trasportare nello spazio oltre 150 tonnellate di merce
  • creare delle tute per astronauti di facile produzione e minor ingombro

facciamo un paragone con i viaggi aerei, se ad ogni volo buttassimo via un Boing 747 il costo dei viaggi aerei sarebbe altissimo, invece grazie al grande ri-utilizzo che possiamo fare degli aeroplani ed al fatto che possono trasportare sia persone che merci il costo di un volo si è abbassato negli anni. I primi tre risultati da portare a termine puntano più o meno tutti verso la medesima direzione. E fin qui abbiamo parlato solo di SpaceX, le cose iniziano ad essere interessanti quando affrontiamo il secondo blocco di KR ipotizzato relativo all’obbiettivo principale di Elon Musk.

Per colonizzare un pianeta infatti non bastano solo delle astronavi per arrivarci, c’è bisogno di avere un buon sistema di terraformazione, creazione di energia, cibo ed anche abilitare gli spostamenti in modo da renderli sicuri.

Ipotizziamo quindi una serie di Key Results necessari per essere i prossimi abitanti di Marte e proviamo ad associarli alle aziende partecipate o fondate da Elon:

  • riuscire a viaggiare anche durante le tempeste di Marziane (Boring Company, Hyperloop)
  • riuscire a comunicare su tutto il pianeta senza l’uso di infrastrutture a terra (Starlink)
  • creare dei sistemi ad alta efficienza energetica (Tesla Gigafactory)
  • avere in 20 anni una nuova generazione di astronauti (Ad Astra)
  • produrre cibo in ambiente controllato e fuori dall’atmosfera terrestre (Square Roots)
  • etc.

Musk ha quindi suddiviso il suo obiettivo finale in tanti problemi da portare avanti da singole aziende, le quali a loro volta li spezzettano ulteriormente per metterli a terra per valutare l’efficacia delle soluzioni emergenti. Da notare che in questo scenario le auto Tesla sono solo sottoprodotti di un obiettivo più ampio: avere delle batterie ad alto rendimento testate sul campo.

Si, ma io non sono (purtroppo) Elon…

Questo modo di ragionare funziona con qualsiasi startup ma anche sul lavoro di un singolo. Volete aumentare a fine anno il tasso di iscrizione alla vostra startup? Bene, definite quale potrebbe essere ad esempio la metrica di successo per il CPA della landing page e iterate fino a raggiungerla, oppure organizzate una sessione di test con i vostri utenti per ogni iterazione di sviluppo, o ancora lavorate per aumentare del 20% la retention degli utenti.

Ad esempio uno degli OKR che sto seguendo è:

Objectives: Far ripartire il blog

Key Results:

  • Cambiare tema e ridurre il numero di pagine interne a meno di 3
  • Scrivere almeno un articolo al mese (12 / anno)
  • Fare un cross-post ogni 2 mesi su un’altra piattaforma/blog (6 / anno)
  • Tornare ad almeno 100 visitatori giornalieri entro un anno

Come vedete non c’è nulla di trascendentale, le metriche sono semplici e chiare, l’obiettivo (forse poco sfidante se paragonato ad un moonshot) è comunque per me importante, fa parte di un obiettivo più ampio e quindi degno di essere perseguito. Il prossimo anno in base ai risultato ottenuti valuterò che nuove attività mettere in piedi e le rispettive metriche.

Lavorate con metriche testabili, validate i vostri obiettivi e non usate solo la pancia per prendere decisioni.

Vuoi iniziare ad usare gli OKR nella tua azienda?

1- Questi obiettivi sono definiti moonshot perché devono rappresentare una visione più ampia ed essere sfidanti per favorire l’abilitazione dell’innovazione piuttosto che rimanere nel concetto di business-as-usual.

2- Prendiamo ad esempio il mondo dell’HR: l’obiettivo potrebbe essere aumentare la partecipazione dei dipendenti alle attività aziendali mentre tre KR potrebbero essere organizzare almeno 5 eventi, intervistare 48 dipendenti sui loro bisogni, raggiungere uno score di soddisfazione di 4.7/5.0. Nessuno di questi KR impatta direttamente sul fatturato o sul ROI dell’azienda, ma in qualche modo raggiungono l’obiettivo prefissato. Trovate maggiori esempi qui: https://okrexamples.co