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Anche meno però…

Nell’ultimo periodo ho testato in giro il workshop sui KPI, validato i modelli di gioco, stampato prototipi delle carte, modificato le carte ed i “tavoli di gioco” fisici e su miro e rivisto le carte. Un lavorone in cui mi sono divertito tantissimo.

Nell’ultimo periodo ho testato in giro il workshop sui KPI, validato i modelli di gioco, stampato prototipi delle carte, modificato le carte ed i “tavoli di gioco” fisici e su miro e rivisto le carte. Un lavorone in cui mi sono divertito tantissimo, ho anche registrato gran parte delle mie sessioni ed ho chiesto a Claude di analizzare eventuali ripetizioni, esempi che non funzionavano (e che dovevo rispiegare più volte) e punti di debolezza dei contenuti scritti e di quelli orali.

Ne è uscito un workshop che reputo solido, divertente nella modalità di fruizione e, anche se sicuramente perfettibile, più che adeguato a quello che stavo cercando.

A questo punto ho iniziato ad ascoltare le vocette intorno a me, anche quelle interiori, e mi sono detto ma perché non fare un companion book per il corso? Così magari ho la scusa per stampare le carte professionalmente.

E così è ripartita la giostra, analisi delle trascrizioni, delle slide e dei contenuti ad esse allegati fino a arrivare prima ad una scaletta e poi circa 200 pagine scritte a 4 mani (le mie e quelle di Claude).

Il processo di produzione è stato più o meno questo: ho fatto analizzare alcuni miei blog post e le trascrizioni al fine di tirare fuori una TOV allineata con il mio modo (sgangherato) di esprimermi, in affiancamento a questa TOV ho scritto un prompt per definire l’uso di emoji particolari, formattazione markdown, sezioni dei capitoli (ad esempio “Domanda socratica” o “Insight”) al fine di avere coerenza tra i vari capitoli ed infine ho scritto una prima bozza di indice con obiettivi per i singoli capitoli che ho fatto espandere all’LLM.

A questo punto ho fatto iniziare il vero processo di scrittura del libro, un capitolo alla volta confrontando l’obiettivo del capitolo con quanto scritto e con il capitolo precedente per valutare la coerenza.

Ho rivisto la forma (maledette liste puntate nude e decontestualizzate!), allungato dove bisognava allungare e ridurre dove si creavano inutili arzigogoli degni del più manzoniano Azzeccagarbugli.

Infine ho fatto rileggere tutti i capitoli, valutando se gli esercizi si integravano bene ed una volta soddisfatto ho pubblicato su LeanPub.

Bene. Benissimo.

Poi ad una prima rilettura mi è stato fatto presente che tutti i titoli erano Camel Case. Cioè, Ogni Parola di una Frase Era in Maiuscolo.

Ho quindi preso Claude ed ho iniziato a modificare il prompt per fargli correggere tutto, ma al primo tentativo mi sono ritrovato con i documenti non più coerenti, con titoli cambiati e con scelte autonome non desiderate.

Ecco… a questo punto ero un po’ scorato.. Quando mi sono ricordato che bastava aprire i capitoli in un editor qualsiasi e far partire un semplicissimo RegExp per identificare tutti i titoli errati con

^(#{1,3} )\s*(.+)$

che identifica tutte le occorrenze dei titoli markdown #, ##, ### seguiti da spazio ed aggiornarli con

\$1\u\L$2

che ripete la sequenza della prima ricerca ($1 che contiene #) seguita dalla prima lettera in uppercase (\u) e tutte quelle successive in lowercase (\L).

Provate su Visual Studio Code, se volete.

La morale? Ogni tanto “anche meno AI” e più RegExp.

PS
Il libro è pronto all’80%, devo rimuovere un po’ di esempi (ce ne sono troppi) e smussare qualche angolo. Ma direi che ci siamo, mentre il workshop è praticamente finito!

Do you need to introduce green software AND/OR OKR practices to your company?

Do you want to participate or organize a workshop on the topic? Let’s discuss it!