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Teams, multiutenza e Windows 11

Post un po’ rant ed un po’ nerd nell’attesa di scoprire quale idillio, o incubo, ci riserverà Windows 11 (che a breve proverò sul muletto di turno).

Premetto che sono sempre stato un agnostico dei SO, saltando negli anni da uno all’altro in base alle esigenze e criticando, con una nota di gioviale trollitudine (?), i fanboy di un sistema rispetto ad un altro. La mia situazione attuale è con un desktop con Windows 10 ed Ubuntu 21.04 in WLS, un Macbook Air1con Big Sur, un Ipad Mini2 ed un paio di cellulari Android (11, 9) oltre che il mio amato Lumia 950XL su cui ogni tanto provo ad installare la build di Windows/Android del momento. Per lo più uso Google Spreadsheet o Excel ovunque, ma lasciamo questa nota triste a margine.

Tornando nel fantastico mondo della consulenza sto cambiando rapidamente idea su Teams, in peggio.

Inizialmente avendo un solo account e partecipando ad una sola organizzazione trovavo molto comode le varie applicazioni integrate, anche se qualche problema di usabilità e la difficoltà a poter lavorare con più documenti aperti era all’ordine del giorno. Teams è sostanzialmente una MDI, mono istanza, che permette però di avere le varie finestre solo in focus e massimizzate, in sostanza una ciofeca su un desktop con 3 monitor, obbligandoti di fatto ad usare tools locali sincronizzando i file con Onedrive, molto comoda su un cellulare.

Se strumenti come Slack permettono con la propria utenza di partecipare a più istanze aziendali, il dramma che il povero consulente di turno vive con Teams è di doversi connettere e sconnettere dalle varie applicazioni, usando l’account Office dell’azienda di turno, per poter lavorare3. Il tutto a meno di installare una serie di PWA che usano browsers anonimi per loggarsi contemporaneamente a quelle istanze di Teams per cui potrebbe essere necessario avere notifiche. Tutto questo perché l’applicazione nativa, almeno Windows, non permette di usare diversi account (loggati) contemporaneamente.

Penso che la fonte di questo problema sia l’integrazione di Teams con la suite di Office (e di conseguenza con la sua gestione delle licenze), tant’é che con l’ultimo aggiornamento di Teams si può affiancare ad un account aziendale anche uno personale scollegato da account Office 365 e connesso al proprio Microsoft ID.

Facendo poi partecipare quest’ultimo (cioè l’account personale) ad altre organizzazioni come guest si può di fatto avere una integrazione multi-azienda, creando però una serie di grattacapi ai vari amministratori di sistema per renderti un utente che possa fare qualcosa di decente nel dominio.

Se Windows 11 porterà avanti questo paradigma, integrandolo a livello di sistema operativo, ipotizzo che l’utente di default sarà quello associato al Microsoft ID (e a questo punto mi chiedo perché non migrare qui sopra gli account Skype), mentre per attivare/disattivare di volta in volta le organizzazioni si soffrirà non poco (pare che per qualche oscuro, e malvagio, volere non sarà più possibile pinnare PWA nella taskbar).

A meno di una sostanziale rivoluzione nella gestione delle licenze e degli accessi a Teams da parte di utenti esterni al dominio applicativo più che facilitare lo smart working, Windows 11 lo renderà più complesso.

Obbligando, di fatto, l’uso di Teams aziendali su macchine virtuali, o utenti diversi della stessa macchina, per chi dovrà loggarsi a diverse aziende sfruttandone gran parte delle funzionalità.

1 – riguardo al quale sono propenso a fare downgrade a Catilina o installare Fedora, mentre decido se sostituirlo, vista la veneranda età, con un MacBook ARM di seconda generazione, un Ipad PRO o un portatile certificato Windows 11.
2 – usato praticamente solo per leggere fumetti e giocare con i Lego Mindstorm
3 – qui non sto neanche a far partire una lamentatio ad libitum sui calendari di Teams che non si sincronizzano con quelli di Outlook.