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Oceano blu, letteralmente

Oltre un decennio anno fa, decisi, dopo un lustro da freelance, di tornare a fare l’imprenditore aprendo (di nuovo) una azienda di servizi. Avevo letto un paio di anni prima Strategia Oceano Blu ed ero rimasto affascinato di come la metodologia che aveva trasformato, ma diciamo anche rivoluzionato, il Cirque du Soleil creando intorno ad esso un nuovo mercato, era per quanto concettualmente semplice tanto complessa da applicare efficacemente.

Fortunatamente questo non ci scoraggiò e ci fece identificare una nicchia (fare software di qualità e con metodologie di eXtreme Programming) in un oceano rosso (sviluppo con PHP) diventando in pochi anni una azienda di riferimento per la community degli sviluppatori web.

Identificare oceani blu, ed applicare strategie per farli diventare business (economicamente) sostenibili è nel tempo diventata una delle attività professionali che faccio più volentieri e che ho iniziato ad applicare anche nel mondo della sostenibilità, nella sua accezione più ampia.

Definito un quadro strategico dell’attuale modello di business, o del mercato analizzato, una delle attività da fare quando ci si approccia alla metodologia è quella di andare ad identificare i punti salienti dell’offerta, mappandoli su una matrice (chiamata “La mappa dell’utilità offerta al cliente“).

La mappa dell'utilità offerta al cliente
La mappa dell’utilità offerta al cliente

L’asse delle ordinate può ricordare il percorso di fruizione del prodotto descritto in Cradle-to-Grave del Life Cycle Assessment escludendo però quella parte di informazioni che fanno parte del sotto-percorso di creazione del prodotto chiamato appunto Cradle-to-Gate.

Life cycle assessment is a cradle-to-grave or cradle-to-cradle analysis technique to assess environmental impacts associated with all the stages of a product's life, which is from raw material extraction through materials processing, manufacture, distribution, and use. From: Environmental Management, 2017
Life cycle assessment is a cradle-to-grave or cradle-to-cradle analysis technique to assess environmental impacts associated with all the stages of a product’s life, which is from raw material extraction through materials processing, manufacture, distribution, and use. From: Environmental Management, 2017

In sostanza si analizza tutta la vita del prodotto servizio per vedere se e dove sono presenti punti caldi su cui è possibile intervenire modificando di conseguenza non solo il business model ma anche il target di utenza (o di non-utenza) ed il tipo di mercato di riferimento (con una pratica di design thinking chiamata dei Sei Percorsi).

E qui arriva la cosa più interessante, infatti il passo successivo per applicare la Strategia Oceano Blu è quello di usare un framework chiamato ERAC (Elimina, Riduci, Aumenta, Crea) particolarmente caro a chi fa retrospettive che puntino all’innovazione ed al pensiero laterale. L’uso di questo framework serve per creare un sunto del lavoro fatto fino a quel momento e per definire ipotesi di nuovi Oceani Blu da testare successivamente (e qui potremmo aprire dibattiti su come testarli con BMC, Lean Startup ed affini).

ERAC applicato al Cirque du Soleil
ERAC applicato al Cirque du Soleil

Riprendendo l’esempio ad inizio post sul Cirque du Soleil e guardando l’immagine qui sopra si vede come, in sostanza, eliminando l’uso di animali e dell’affitto di spazi pubblici, riducendo gli stacchi comici ed aumentando la qualità delle venue creando una serie di contenuti di qualità il Cirque du Soleil ha potuto caratterizzarsi in quello che è adesso, creandosi un Oceano Blu su quello che era un mercato ad alta competizione e bassi margini.

Continuando nel paragone tra questa metodologia ed il mondo della sostenibilità diventa molto interessante notare che, definito il percorso del prodotto ed identificati i punti caldi del modello di business, i paralleli con le pratiche di Eco Design e Life Cycle Thinking diventano evidenti.

Facciamo un esempio concreto (su cui magari in futuro pubblicherò un case study più approfondito).

Lavorando con Escalate Italia ci siamo accorti che, in un Oceano Rosso di bevande funzionali, potevamo fare la differenza applicando una serie di iniziative mirate ed orientate alla sostenibilità del prodotto.

Il kit di Escalate realizzato senza acqua.

Innanzitutto abbiamo identificato i punti caldi di generazione di CO2 che, come per quasi tutti gli alimenti di origine non animale e liquidi, ha tra i principali imputati il trasporto. Abbiamo quindi deciso di eliminare quello che dava un impatto maggiore ai costi ed alla produzione di CO2 nel trasporto, nello stoccaggio, e nella vita del prodotto: il peso dell’acqua.

Il prodotto era già venduto liofilizzato in tappi multi dose, ma l’opzione che ci siamo dati era di poterlo vendere anche in una bottiglia vuota, o addirittura senza bottiglia. Questo, e l’utilizzo di una bottiglia/borraccia riutilizzabile più volte, lavabile in lavastoviglie e realizzata in plastica riciclata ci ha permesso di ridurre l’uso della plastica vergine, altro tema scottante sul fronte della sostenibilità del prodotto.

Successivamente ci siamo concentrati sull’aumentare l’ingaggio con una nuova categoria di utenti: i praticanti di eSport, facendo diventare Escalate la bevanda ufficiale della Serie B di BeSport.

Infine stiamo lavorando a creare nuove ricette, più incentrate sui temi di aumento della concentrazione, senza zuccheri e conservanti puntando ad un prodotto di massima qualità secondo quanto emerso dalle interviste con i nuovi utenti.

In sostanza applicando la Strategia di Oceano Blu insieme a pratiche di Life Cycle Thinking è possibile creare innovazione sostenibile per navigare in un Oceano Blu di nome e di fatto.

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