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Facciamo la spesa con gli OKR, una metafora

Gli OKR sono come una mappa che ci indica la direzione da seguire, ma dobbiamo essere sicuri che la destinazione sia veramente ciò di cui abbiamo bisogno e non solo un desiderio passeggero.

Proprio come nella lista della spesa, dovremmo prenderci il tempo di riflettere su ciò che mettiamo nel nostro carrello, valutando attentamente se ne abbiamo davvero bisogno o se è solo un capriccio momentaneo.

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Circular Economy Manager

Ho comprato questo libro di impulso mentre terminavo la lettura di Impact! un po’ per curiosità ed un po’ perché avevo voglia di leggere di qualcosa inerente a come il mondo italiano vede il nuovo ruolo del Circular Economy Manager (CEM) o del Business Designer orientato alla Sostenibilità, e lo ho divorato in pochi giorni.

Nel complesso, nonostante una piccola delusione (per una mia aspettativa non corrisposta), il libro ha tanti ottimi spunti, abbastanza da consigliarvi di leggerlo…

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business design Entrepreneurship

Hoshin Kanri, pianificazione strategica e OKR

Le aziende cercano costantemente metodi efficaci per pianificare e raggiungere i risultati desiderati. Non è un mistero che apprezzi particolarmente gli OKR, questo però non mi impedisce di usare anche altre metodologie affiancandole o indipendenti al fine di trovare una quadra rispetto allo stile dell’azienda con cui lavoro. Una delle metodologie che più apprezzo usare è Hoshin Kanri, un sistema di pianificazione strategica originario dal Giappone ma che nasce dall’influenza di W. Edwards Deming nel dopoguerra.

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advisoring pensieri

Trova il tuo Herbie

Uno dei libri che mi ha più colpito negli ultimi anni, è stato The Goal di E. Goldratt (se siete pigri ho appena scoperto che ne esiste una versione in italiano in forma di audiolibro su Audible). Lo lessi qualche anno fa, non ricordo se 5 o 6 anni fa al ritorno di una delle prime edizioni di BetterSoftware, e ricordo come se fosse oggi come mi fece scattare una molla interna su alcuni dei temi che, in quel periodo stavo cercando di approfondire e comprendere meglio.

The Goal è un romanzo manageriale che parla di complessità, Continuous Improvement e che introduce il tema della Theory of Constraints, in italiano Teoria dei Vincoli, che più mi ha aperto gli occhi su come e cosa dovevo guardare per la risoluzione dei problemi che stavo affrontando.

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Capacity Canvas

come sfatare percezioni e migliorare gli effort dei team in azienda

Ormai da anni si parla di portfolio management e pratiche per ottimizzare la capacity (occupazione) aziendale.

Se il portfolio management porta a ragionare su come gestire quello che è fuori, implementando pratiche come quella di Keep-Kill-Transform sul proprio parco clienti, lascia aperte però molte porte, ed altrettante domande, su come migliorare le attività interne.

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eventi pensieri Startup

Fixing the Agile Silos

Today I had the chance (aka enough free time) to see the “Lean Startup Meets Design Thinking” video from the Google for Entrepreneur channel.

One of the most important concept of the video, with Eric Ries and Tim Brown, is IMHO the Ries’s digression about the modern (agile)companies.

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eventi webdev

Rebooting BetterSoftware

Come qualcuno di voi saprà da quest’anno ho messo le mie mani (anche) su BetterSoftware. Conferenze fino allo scorso anno gestita da Develer ed ora in mano ad un manipolo di soggetti con l’idea di rilanciarla in una nuova veste.

In realtà, il “nuovo” BetterSoftware è un ritorno alle origini. Quindi piuttosto che andare a parlare di come “spaccare il bit” cercheremo di portare interventi utili ed a corredo del mondo del software. Non solo sul project management, ma anche su come si fa impresa (tech), come la si mantiene, come si fa evolvere un progetto, etc. Se hai idee interessanti il CfP è ancora aperto.

Dedicheremo quindi l’evento ad un range di partecipanti che spazino dal CTO, o Lead Developer, fino allo startupper o imprenditore scafato per spiegare loro che il brief con 2 fogli powerpoint spesso non è il miglior modo di approcciare un progetto, che chiedere ad un account (preso in stage) senza nessuna esperienza di gestire un team di lavoro distribuito (e magari in outsourcing) non è la scelta migliore, e che sviluppare e mantenere codice senza i giusti strumenti, metodologici (agile, lean startup, xp) o tecnologici (continuos integration server, scm, etc) rappresenta un salto nel vuoto.

Quindi cari sviluppatori che vi lamentate che il vostro management è illuminato come una candela perché non lo convincete a farsi un po’ di cultura? ;)