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La sottile arte della contrattazione ai tempi del web 2.0

Con la mia azienda le cose vanno abbastanza bene e per questo motivo, mio malgrado, ho dovuto ridurre drasticamente le mie ore da sviluppatore per dedicarmi ad attività un tempo da me considerate marginali (alla produzione di buon codice) ma ora indispensabili al fine favorire ed aiutare una sana crescita d’impresa.

Una di queste è la contrattazione delle modalità di fornitura dei servizi con i clienti, attività che porta via, proporzionalmente alla grandezza del cliente, tempo e sanità mentale. Se volete sapere quanto manca ad un mio possibile ricovero, considerate che ultimamente le trattative (se così possono essere definite) sono portate avanti con multinazionali che cubano quanto piccoli stati e che prima di dare una qualsiasi risposta (tipo: “bella giornata, eh?“) passano le domande al vaglio di un pool di avvocati…

Ogni tanto, durante un colloquio o uno scambio di email abbastanza acceso, mi arrivano frasi e concetti, espressi quasi come se rappresentassero La Verità Assoluta, a cui ci si aspetta una accettazione passiva.

A seguire, per mio e vostro diletto, alcune delle chicche che reputo come rappresentanti di un modo di lavorare vecchio e sorpassato.

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Zend Server e WordPress 3.x

Collaborando con Zend Italia, e con il buon Enrico, alla preparazione di un micro-benchmark su WordPress è emerso, tra le altre cose, che il CMS in questione non ama particolarmente il sistema di Page Cache dello Zend Server.

Questo avviene perchè il primo, non potendo comunicare al secondo la modifica di una pagina (ad esempio dovuta ad un commento), riceve dal sistema di caching sempre e solo lo stesso contenuto. Dopo un paio d’ore di studio delle API dello Zend Server e delle action di WordPress è emerso un simpatico snipplet che permette di usare direttamente il CMS in situazioni di grosso carico di lavoro senza doversi appoggiare a plugin di caching (come ad esempio il pur sempre ottimo W3 Total Cache) e lasciando quindi l’installazione di WordPress la più pulita possibile.

Qui di seguito il proof-of-concept (funzionante) del codice in questione.

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(s)Conferenze di settore

Ultimamente mi è giunto l’invito su facebook ad una conferenza di settore che punta a far incontrare una delle tante figure professionali necessarie a produrre prodotti-(applicazioni, portali, siti, etc) per il web per decidere insieme il futuro del Web Italiano.

Il piano d’azione dell’evento è semplice, riunirsi, studiare insieme come fare una lobby, applicarne le regolette. Magari sensibilizzando il pubblico grazie ad una nazionale di calcio.

Una cosa però non mi è chiara.

Se i web designer hanno il grave compito di decidere le sorti del web italiano, allora tutte le figure professionali su cui queste persone dovrebbero basare il proprio lavoro (analisti, esperti di ux, architetti dell’informazione, etc), da cui il lavoro deve poi evolvere in qualcosa di concreto (copy, frontend developers, sistemisti, server side developers, etc) e con cui devono colloquiare (project managers, account, etc) che ci stanno a fare?

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Inception

Ovvero, come evitare di svenarsi con anni di psicanalisi uccidendo tutti quelli che ti passano per la mente. Letteralmente.

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QR Code bookmarklet

fullo.netSe vi piacciono i QR Code, come quello che vedete qui a sinistra sappiate che google mette a disposizione un comodo tool per la generazione on-fly degli stessi.

Per comodità ho creato una piccola bookmarklet che invoca il servizio e genera automaticamente l’immagine.

Per usarla, copiate questo codice all’interno di un bookmark:
[code]javascript:window.open(‘http://chart.apis.google.com/chart?cht=qr&chs=150×150&choe=UTF-8&chld=H&chl=’+document.location);void(0);[/code]

o, più semplicemente, trascinate questa QR Code Bookmarklet sulla vostra barra degli indirizzi.

ciuaz

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di tutto un po' lifehack pensieri

Do ut des

Non so se sarà il trend del 2011 ma nelle ultime settimane mi è capitato che più di un nuovo cliente mi abbia chiesto, per essere abilitato come fornitore, una combinazione lineare di Stato Patrimoniale dell’azienda e/o dei soci, Visura Camerale, DURC e Libro Unico dei lavoratori. A parte possibili violazioni della privacy (sul Libro Unico sono presenti dati riservati), interrogati i neo-clienti sulle motivazioni di queste richieste ho ricevuto risposte vaghe e poco esaurienti.

C’è chi lo fa perchè vuole evitare di dare lavoro ad aziende che fanno lavoro in nero, e fin qua sono in totale accordo, c’è chi lo fa per prassi (e non ricorda quando ha iniziato) e c’è chi lo fa per avere controllo su chi farà materialmente il lavoro (ma la mia interpretazione, plausibile, è di poter poi contestare il lavoro attaccandosi a qualche cavillo per ridurre la spesa finale).

Resta il fatto che il termine più (ab)usato è “per la trasparenza dei fornitori“. Ecco, anche a me piace la trasparenza, pertanto ai prossimi clienti che vorranno fatto un lavoro, ma chiederanno scartoffie su scartoffie, potrei iniziare a chiedere in contropartita la Visura Camerale, lo Stato Patrimoniale e lo stato dei ritardi dei pagamenti verso i fornitori.

Vuoi mai che tutta questa chiarezza non snellisca le pratiche per iniziare a fare il vero lavoro?

ciuaz

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cazzate pensieri

E se passa la legge bavaglio? Nuovo disclaimer per il blog

Se fino a qualche tempo fa bisognava specificare che un blog non è periodico e quindi non paragonabile a prodotto editoriale, a breve se veramente verrà introdotta la legge bavaglio, detta anche “Ddl Intercettazioni”, bisognerà correggere ulteriormente il proprio disclaimer.

Io pensavo ad uno fatto più o meno così: “Questo blog è frutto dell’ingegno e della fantasia del suo autore, ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone e marchi realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale. Ritenete tutto il testo scritto automaticamente smentito.

dite che può andare bene?

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lifehack pensieri

Flussi e riflussi: la QA(gile) dei processi di sviluppo

Quality assurance, or QA for short, refers to a program for the systematic monitoring and evaluation of the various aspects of a project, service, or facility to ensure that standards of quality are being met.

fonte wikipedia

Sarà che sono sempre stato abbastanza sensibile all’argomento (vedi anche il mio ultimo talk al phpDay 2010) e che ho sempre pensato al mio lavoro su criteri molto simili a quelle citati nel craftsmanship manifesto, ma ultimamente (diciamo nell’ultimo anno) mi pare che sempre più persone (e personaggi) che vivono nell’enorme calderone del mondo agile/xp/dialetti-vari parlino di QA.

Il problema è che, imho, ognuno riporta la QA al proprio mondo dimenticandosi di tutte le altre sfaccettature e che spesso QA nel mondo agile venga intesa in termini di code coverage.

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100Km con le MBT ai piedi…

Come molti di voi sapranno, seguendomi su FriendFeed o su Twitter, qualche mese fa ho comprato un paio di MBT, per la precisione le Tembea White Cap, per provare a alleviare il continuo dolore al ginocchio che mi perseguita da qualche anno.

Le scarpe, che premetto non sono da trekking ma per terreni urbani, sono state testate decisamente a fondo avendomi seguito nel viaggio di nozze in Giappone. Quello che seguirà sarà quindi una piccola recensione, nata da esperienza diretta, utile (spero) a tutti i futuri acquirenti di MBT.

Prima di lasciarvi alla recensione ricordo a tutti che: non sono uno scarparo ma un informatico, pertanto non aspettatevi termini tecnici su questo o quel pezzo della scarpa, non sono pagato da MBT per questa recensione né ho ricevuto da quest’ultima scarpe da provare. Se non vi piacciono i miei criteri di valutazione… cavoli vostri.

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di tutto un po' eventi lifehack

Grazie a tutti!

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Grazie a tutti i partecipanti!

Un grazie di cuore agli amici e ai parenti (e perchè no, anche agli imbucati) per aver reso un giorno speciale ancora più speciale. Un grazie ai nostri genitori, a quelli che hanno ballato ed a quelli che sono fuggiti dalla sala, che ci hanno sostenuto in tutto dalla preparazione delle bomboniere fino agli addobbi degli autobus per il parentame.

Grazie a chi si è macinato km e km in auto con figli appena sfornati, o comunque al primo viaggio impegnativo, e grazie ai suddetti figli per la pazienza dimostrata rimanendo buoni e sorridenti durante tutta la serata.

Grazie ai testimoni, ed all’orrido segreto ahi-noi svelato.. A chi si è fatto viaggi in solitaria in notturna e a chi ha fatto un tour de force in moto. Grazie a chi ha avuto il coraggio di buttare la sposa in piscina completamente vestita, e grazie a chi ha avuto il coraggio di buttarsi in piscina per controllare che la sposa non annegasse. E grazie a chi ha organizzato gli scherzi e giochi decisamente nerd e coinvolgenti!

E grazie alla 500 che nonostante tutto ci ha portani sani e salvi da Jesi all’agriturismo.

Ci sentiremo al rientro dal viaggio di nozze in Giappone, intanto godetevi le foto su flickr!