Ogni tanto mi capita di dover spiegare il business model canvas durante qualche corso o in una seduta di brainstorming ad un cliente. Ultimamente dopo aver spiegato il business model canvas introduco, a strettissimo giro di boa il lean canvas (qui una versione online). Di solito avviene quando la prima cosa che mi viene spiegata è la Soluzione che risolverà definitivamente il problema XYZ, quella con la Esse maiuscola.
Fa caldo, e con il caldo la parte di cervello che si occupa di pensiero laterale (ed odio verso il prossimo) va sempre a mille. Soprattutto quando mi fanno indispettire.
Se un paio d’anni fa avevo ipotizzato
un social network per identificare possibili clienti insolventi (idea da subito interdetta dal mio avvocato di fiducia) oggi dopo l’ennesima chiamata di un call center sky/fastweb (risponde ai numeri 01179191 e 01179190) e dall’impossibilità di reindirizzare le chiamate (a costo loro) su un 899 di mia proprietà al fine di rendere la scocciatura, almeno, lucrativa ho iniziato a fantasticare su attività di vendetta sociale.
Una specie di legge del taglione 2.0.
C’è un call center particolarmente fastidioso (come quello di sky/fastweb)? Volete vendicarvi delle chiamate ricevute a qualsiasi ora? Beh fare uno script twilio che continui a chiamarlo in ingresso bloccandogli la linea non è particolarmente complesso. E cosa sono 5€ di autotassazione via paypal per avere ulteriore credito di vendetta?
Quasi quasi faccio un pitch su kickstarter…
revengeful,
fullo
That’s a very little snipplet/hack to retrieve the issue with curl and php. If you have time take a look to the official GitHub v3 API to create something better ;)
[code]
curl -u “:user” https://api.github.com/repos/:user/:repo/issues?per_page=1000 > issue.json
[/code]
note that I have to use per_page
parameter because since v3 API all the results are all paginated by 30. I used CuRL externally from php (I’m lazy) but you can implement the API call as you like.
Then create a php file like this:
[code]
milestone->title.”;”.$i->number.”;”.$i->state.”;”.$i->title.”;”.$i->body.”\n\r”;
}
?>
[/code]
and execute it to have issues on a csv file
[code]
php issues.php > issues.csv
[/code]
That’s all!
Quanto costa un MVP?
Tutti parlando di MVP. E’ una delle nuove parole cool che riempiono la bocca, al pari di mobile nel 2009, cloud come un paio d’anni fa o startup lo scorso anno.
Non che io stesso non ne faccia uso, o abuso. D’altronde con ideato stiamo offrendo proprio l’implementazione di idee di MVP a startupper in erba, o seriali, che vogliono validarle su un mercato più ampio.
Quello che però è difficile da far capire veramente è che il mininum viable product non è, e non deve essere, l’applicazione che vorreste (nella sua totalità) fatta con bootstrap [“che tanto risparmiamo sul design”].
Manca ormai una settimana all’evento che con gli altri ragazzi del GrUSP abbiamo iniziato ad organizzare a Novembre: jsDay e phpDay. I programmi di entrambe le conferenze sono saturi di relatori di gran calibro e parlare nella stessa conferenza insieme a Douglas Crockford mi fa sentire un po’ un privilegiato *.
Cosa interessante è che se lato jsday il trend è quello dei videogiochi, tra le oltre 100 proposte molte vertevano sullo sviluppo di giochi per browser, lato phpday uno dei problemi più sentiti è quello del deploy (e successivo mantenimento) del codice. Insomma due mondi che, nonostante siano molto vicini concettualmente (sempre di “web” si parla), si stanno allontanando molto dal punto di vista delle problematiche degli sviluppatori.
Sempre con/per il GrUSP ho coordinato la scrittura (a 2 dozzine di mani) del libro PHP Best Practices, edito da FAG Editore, che verrà presentato al phpDay. Il libro è un cookbook di circa 400 pagine che tratta svariati argomenti, dalla partecipazione alla community di PHP fino a come fare deploy con Ant… Prendete un assaggio dal sito ufficiale e ricordatevi che parte dei proventi vanno all’associazione.
Silex, phar e mongodb su DreamHost
Qualche giorno fa ho voluto sperimentare una microapplicazione Silex sul mio account DreamHost ed ho notato, con un po’ di disappunto, che nè il modulo PHAR nè quello Mongo erano attivi sul server.
Fortunatamente DreamHost permette di personalizzare la versione del PHP.ini che gira sul proprio account abilitando (o compilando) i moduli mancanti.
Ecco come ho fatto a risolvere i vari problemi che mi affliggevano.

Dopo un paio di mesi di trattativa oggi ho finalmente chiuso l’acquisto di uno stupendo agriturismo con tanto di laghetto e pesci sul retro. Si trova nelle colline tosco-romagnole e prevedo di aprire al pubblico prossimamente, magari per qualche mangiata con i vari pug/xpug/etc e per organizzare i corsi di ideato in un ambiente diverso dal solito.
E’ quello di abbandonare il pc e dedicarsi a qualcosa di più concreto. Era da qualche anno che pensavo al “piano b” e finalmente se ne è mostrata l’occasione. Ecco a voi il mio agriturismo! Rallenterò con startup, web 2.0, agile e lean per dedicarmi all’orto ed al sano vivere.
Il nome? Pensavo a qualcosa come “La carpa d’oro“…
Da web agency a…
Ho tenuto questo speech all’ottimo php.to.start di Torino, ricevendo molti feedback interessanti.
Preparandolo mi sono accorto come in ideato le idee cardini della filosofia lean fossero presenti prima ancora che quest’ultima diventasse un qualcosa di mainstream. Tutto quello che abbiamo fatto negli ultimi anni infatti è basato sul concetto di fare, analizzare quello che (ci) succede e far evolvere (pivotare) il nostro modo di lavorare e collaborare con i clienti.
L’idea è venuta fuori un po’ così per scherzo durante una sessione di release planning (e mentoring) con una startup: “Perchè non creiamo un cowo dove ospitare le proto-startup e le startup che di volta in volta ci vengono a chiedere supporto nel metodo e nella tecnologia?“. Dopo 30 minuti stavamo già discutendo con il buon Brando e Nicolò per capire come aprire qualcosa tra un cowo ed un talentgarden a Cesena.
Ad oggi abbiamo trovato (proprio sopra al nuovo ufficio di ideato) un openspace da 400mq (300mq open e 100mq in sala riunione/corsi) ad un ottimo prezzo, siamo circondati da facoltà tecniche (informatica, ing. informatica, ing. biomedica, ing. elettronica, architettura ed agraria) ed umanistiche (psicologia ed scienze del comportamento) che ogni anno sfornano alcuni ottimi esemplari che poi “emigrano al nord” e possiamo fornire esperienza “sul campo” da condividere.
Quello che ci manca è un investitore (serio) interessato al progetto e feedback dai cowo che non vivono in zone popolose come Milano, Roma o Firenze. Chi è interessato?
Parlando con alcuni clienti che avevano letto “The lean startup” di Ries mi sono accorto come sia stato mal interpretato il discorso di “ridurre gli sprechi” percependolo come non faccio nulla e vedrò quello che succede con quello che ho già.
A mio parere, quello che dovrebbe essere assimilato dal messaggio lasciato dal libro è che la riduzione degli sprechi (l’essere lean) è solo una conseguenza di un’attività costante basata sul fare.
Fare MVP. Fare a/b test. Fare analisi degli stakeholder. Fare focus group. Fare pivot e scrivere nuovo codice. Fare, fare, fare!
Il fare tutte queste cose iterativamente, con critica costruttiva e guardando ai propri risultati frequentemente porterà a ridurre gli sprechi ed a migliorare il tiro facendo la scelta giusta. Il non fare invece porterà il lavoro fatto precedentemente ad essere esso stesso uno spreco non creando nessun valore.
ciuaz